Creatività, una professione.

14 Gennaio 2015


Circolo Ufficiali
Milano

Incontro con Maria Gabriella Giovannelli, Presidente di Pro(getto)scena

Chi è Gabriella Giovannelli: Scrittrice, poetessa; ecco un'intervista del 2010:

Intervista a Maria Gabriella Giovannelli

“Il campo dei colchici” è un romanzo sulla violenza e sull’amore, un sentiero per scoprire se stessi fra le cime delle Dolomiti.

inserito da Luca Benassi

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Teatro come terapia, teatro come malattia

Circolo degli Ufficiali
Milano
2012

rotary

 

 

 

 

 

Teatro come terapia, teatro come malattia, Incontro per il Rotary Fiera Milano

 

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Rotary Teatro come terapia... - Copia


Festa del Teatro Milano

Teatro San Fedele
Milano
2007

Pro(getto)scena, in occasione della “Festa del Teatro 2007”, ha prodotto presso il Teatro San Fedele di Milano, i testi:
Gli strani sogni del signor Evandro” di Pietro Dattola di Catania.
Sogno ulteriore” di Geri Della Rocca de Candal di Milano

Maria Gabriella Giovannelli che ha curato la regia dei testi vincitori del Concorso Tragos di cui è anche fondatrice, ha così commentato l’importante opportunità offerta a questi giovani: “Due autori a confronto che arrivano dai poli dell’Italia: dalla Lombardia e dalla Sicilia, che grazie al concorso si sono incontrati a significare la volontà dei giovani talenti presenti su tutto il territorio nazionale di portare sempre nuovi contributi alla drammaturgia contemporanea”.
Gli spettacoli sono stati realizzati con il contributo del Comune di Milano – Settore Tempo Libero, della Regione Lombardia Culture, Identità e Autonomie e con i patrocinii del Ministero della Pubblica Istruzione, dell’Università e della Ricerca; della Provincia di Milano.

Gli strani sogni del signor Evandro
Il testo è risultato vincitore della settima edizione di TRAGOS, per la “Sezione Drammaturgia” (terza fascia d’età).

Gli strani sogni del signor Evandro di Pietro Dattola è uno spazio di riflessione sui quesiti a cui l’uomo da sempre non trova risposta, che si presentano sotto forma di strani personaggi di cui il signor Evandro riceve la visita nei continui passaggi dai momenti di vita reale a quelli puramente onirici.
Regia :Maria Gabriella Giovannelli

Sogno ulteriore
Il testo è risultato vincitore della settima edizione di TRAGOS, per la “Sezione Drammaturgia” (seconda fascia d’età).
Nel corso della rappresentazione si è esibito il balletto classico Liliana Cosi – Marinel Stefanescu con Clara Ventura e Alexandr Serov in “Ricordo” su Musica di Chopen – “Notturno”. Coreografia di Marinel Stefanescu.

Sogno ulteriore di Geri della Rocca de Candal è il racconto di un uomo che, affiancato da sua nipote, ripercorre il proprio passato attraverso un sogno. Una storia avvincente che una bambina segue con gli occhi innocenti della sua giovane età. Il testo ha ottenuto la segnalazione speciale “Vittorio Giavelli”.
Regia :Maria Gabriella Giovannelli

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Festa del Teatro Milano

Teatro San Fedele
Milano
2006

 

E’ un lungo monologo, interpretato da Marco Rigamonti.
Il testo presenta passi altamente poetici e il protagonista racconta alcuni episodi della sua fanciullezza che lo hanno profondamente “segnato” e che lo hanno portato metaforicamente a posizionarsi tra cielo e terra, uno spazio privilegiato dal quale guardare il mondo, cercando una rappacificazione interiore e con la vita che lo circonda.

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Le nuvole

Teatro della Parrocchia di Mater Amabilis
Milano
2002

 

progetto sorriso

Partecipazione al “Progetto Sorriso” per raccolta fondi per il Bangladesch.
Testo liberamente tratto da “Le Nuvole” di Aristofane

Il testo “Le Nuvole” a cura degli allievi del Liceo Marie Curie di Meda ha vinto la prima edizione di Tragos “Sezione Scuole” Il testo è stato rappresentato presso il Teatro Filodrammatici di Milano.

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Sogno di una notte di mezza estate

Fiera di Milano
Salone dello Studente
2002

Scene tratte dal “Sogno di una notte di mezza estate “ di W. Shakespeare.
Partecipazione per la Regione Lombardia


Ricordando Ernesto

Cine-teatro Orizzonti
Milano
2002

Ricordo dal vivo di una personalità del teatro, che non sarà mai dimenticata, narrato, vissuto e presentato da Liliana Feldmann che renderà partecipe il pubblico, di dieci anni trascorsi con Ernesto Calindri sui palcoscenici di tutta Italia.
con:
Maria Gabriella Giovannlli  Marco Calindri
e gli allievi della scuola di recitazione di Maria Gabriella Giovannelli:Elena Calzolari, Alessandra Corigliano, Martina Firenze, Federica Genovesi, Marina Origgi, Marika Pensa, Niccolò Piramidal, Enrico Redaelli, Priscilla Robledo, Eugenio Vaccaro, Milena Viscardi, Stefano Zicchieri

Lo spettacolo nasce dai ricordi della Sig.ra Feldmann che, sapientemente miscelati a canzoni e prosa, faranno rivivere il Grande Maestro. Se siete curiosi di conoscere il passato e l'avvenire di una vita vissuta per il Teatro, Vi aspettiamo per condividere una serata in allegria.

Alessandro Fede Pellone

 

Era il 10 gennaio 1999, ero presente ad una cena dopo lo spettacolo "I burosauri", che si teneva a Vigevano. Un caro amico di Como aveva organizzato quella cena per festeggiare i 63 anni di teatro di Ernesto Calindri e contemporaneamente i 60 anni di teatro di Liliana Feldmann; per una strana coincidenza avevano debuttato entrambi in prosa sui palcoscenici nell' anno 1929, a 17 anni di differenza uno dall' altro.
A quella cena particolare, sentii definire il Signor Calindri come "Uno dei più grandi protagonisti del teatro Italiano di questo secolo, un vero Maestro di vita, dallo spessore quasi divino, profondo, umano, sempre disponibile".
Avevo avuto la possibilità di riconoscergli queste doti altre volte, quando per il mio lavoro mi capitava di avere contatti con le sue tournee.
Una sera, trovandomi a Savona, andai a trovarlo in teatro: ero reduce da una rovinosa caduta e camminavo con le stampelle per cui non mi era agevole inserirmi in una platea peraltro già stracolma, così osai salire in palcoscenico per cercare di assistere alla commedia fra le quinte. La Signora Feldmann mi disse che Ernesto era severissimo e che non avrebbe voluto nessun estraneo sul palcoscenico durante la rappresentazione. Peccato! Avevo peraltro notato una sedia sistemata in modo che mi sarebbe stato facile assistere allo spettacolo senza dare noia; ma sempre la Signora Feldmann mi disse che quella sedia era stata messa lì per dare modo ad Ernesto di riposarsi qualche attimo quando non fosse stato in scena, e che gli avrebbe consentito anche di vigilare costantemente sullo svolgimento della rappresentazione. Stavo già per allontanarmi, quando il Signor Calindri mi si avvicinò, mi

chiese cosa avessi fatto per ridurmi così; poi, porgendomi quella famosa sedia, mi offrì di rimanere, inutile dire che restai.
Solo a quella cena del I 999 capii il perché di quella sedia messa fra le quinte, Ernesto era già ammalato e lo sforzo che affrontava ogni sera era per noi poveri mortali realmente sovrumano, ma Lui era fatto così, amava la vita, e ha voluto viver/a sino infondo!
Era veramente, come diceva quel suo amico, "Un vero Maestro di vita, dallo spessore quasi divino, profondo, umano, sempre disponibile! "

Generoso Melorio