Serata spettacolo al Teatro SALA FONTANA

ANNAFREUD   Un desiderio insaziabile di vacanze

Introduzione

Marta Vigorelli

 

Parto in questa introduzione con due pensieri: il primo è che proprio ieri si celebrava l’anniversario dei 119 anni dalla sua nascita di Anna Freud a Vienna nel 1895, anno cui Freud aveva finito di scrivere l’interpretazione dei sogni che sarà pubblicato a fine secolo e che sarà il manifesto della “nuova scienza”.  E questo spettacolo non a caso è concomitante…Anna nome della protagonista del sogno di Irma

E il secondo è il riandare a quando mi sono occupata di Anna Freud, scrivendone  con alcuni colleghi in un volume per i miei studenti dal titolo Modelli genetico-evolutivi in psicoanalisi dove evidenziavo – dopo aver presentato il modello dinamico genetico del padre Freud –  le grandi conquiste scientifiche di Anna Freud come pioniera della psicoanalisi infantile;

1-    Da un punto di vista del metodo: il fatto che nella sua ricerca rigorosa e innovativa abbia spostato l’asse dell’esplorazione  da un’ottica attenta solo gli aspetti del profondo l’Es e il mondo interno, al piano dell’”osservazione” diretta del bambino da cui trarre, inferire considerazioni che potessero portare a generalizzare nella teoria, non la clinica per dimostrare la teoria, ma il bambino reale in un setting di osservazione  per ricostruire una storia del paziente…e da qui la grande importanza data alla diagnosi, alla formulazione di un profilo diagnostico che comprendesse la molteplicità di fattori che posso influenzare il suo stato di normalità e/o di patologia del bambino, con grande rilievo dato all’ambiente esterno e alle relazioni di accudimento parentale. Anna Freud nei suoi studi tende a sottolineare soprattutto le differenze del bambino e specificità rispetto all’adulto, scontrandosi poi con la Klein su numerosi punti (b non consapevole di malattia o volontà di guarigione, no può elaborare la nevrosi di transfert, ha un transfert nei confronti dei genitori da coinvolgere e considerare nella cura..ecc..

2-    Anna si differenzia dal padre per l’idea stessa di sviluppo  in modo originale dall’idea freudiana di evoluzione lineare per stadi orale, anale, fallico, genitale  ecc. ma esprimendone anche le potenzialità euristiche “per lei il processo di crescita non segue una “linea diretta e progressiva” caratteristica della maturazione somatica, ma scaturisce da un incontro con molteplici  linee evolutive che devono fare i conti con le interazioni ambientali, ma anche con armonie e disarmonie prodotte dai movimenti progressivi e regressivi. Viene così scardinata la posizione riconducibile ad assunti meccanicisti e deterministici, secondo un modello embriologico complesso (esempio di linea evolutiva quella che va dalla completa dipendenza dalla m all’autonomia, esperienza sempre singolare, normalità e patologia sono concetti che devono essere sempre ridefiniti in rapporto alla storia del bambino e della sua famiglia. Concezione integrata della personalità, “personalità totale”

3-    Anna Freud pioniere della ricerca empirica: è stata anche la prima a tentare una standardizzazione e una raccolta dei dati clinici e anamnestici  dei bambini presi in carico dalla Hampstead Clinic –  di inquadramento  in quella monumentale opera di archivio e classificazione che è stato per 30 anni il famoso Indice Hampstead, l’importanza data all’intervento diagnostico e preventivo, al cosiddetto profilo memoria collettiva, report disponibili ai ricercatori per voci o per casi singoli. Finalizzato a stabilire gli outcome in trattamenti a breve e lungo termine attraverso studi longitudinali. Ricerca continuata da Sandler, Pter Fonagy e Target.  Anello di congiunzione tra clinica-ricerca empirica-teoria  e formazione

 

Ci chiediamo: da dove devira questo interesse profondo e questo talento clinico straordinario di Anna nel contatto e relazione con il bambino anche molto piccolo?

Anna è sempre in contatto con il suo sé bambina- ci dice un suo biografo Clifford York – risale dai tempi delle scuole, delle sue esperienze di educatrice, insegnante, al lavoro con Dorothy nella fondazione di asili per i bambini poveri di Vienna nel 1937 in collegamento con l’esperienza psicopedagogica di  Bernefield, Hoffer, Hermine von Hug Helmuth e Aichorn e dopo l’espatrio in esilio a Londra durante la guerra mondiale l’Hampstead War Nurseries per i bambini abbandonati, traumatizzati . Numerosi sono gli scritti: Bambini piccoli in tempo di guerra; Bambini senza famiglia ecc.

Esperienze dirette dettate da una particolare sensibilità psico-sociale e da uno generoso slancio di volontariato

 

Lettura recitata

Veniamo ora più direttamente a introdurre la lettura  di questo testo che ascolteremo, così come l’ha creato Roberta Calandra con la regia molto fedele di Maria Gabriella Giannelli: l’autrice ne ha poi fatto un romanzo dal titolo: “L’eredità  di Anna Freud” pubblicato nel 2013 dall’edizione Controluce, che presenta la protagonista della psicoanalisi infantile nella fase finale della sua vita, dopo molti lutti, la morte di Dorothy Burlington, del padre, la madre, i fratelli e nella  sua grande casa, mentre narra le vicissitudini esistenziali, in interazione con due personaggi femminili; ben documentato sul piano storico però con uno sguardo prevalentemente rivolto  all’intimità, alla fragilità, una “psicoanalisi al femminile” direbbe Silvia Vegetti Finzi, che pure ha scritto di lei o Simona Argentieri quando parla di “Anna Freud figlia”.

 

Riprendendo questo tema dell’eredità vorrei segnalare nell’evoluzione della vita di Anna Freud come figlia, due eventi significativi segnano la nascita: il fatto che giunga inaspettata, non desiderata da un padre che aveva preparato un nome maschile Whylem (lo stesso nome dell’amico Fliess) e da una madre stremata dalle precedenti 5 gravidanze non in grado di allattarla e quindi in affido a una tata e alla zia Minna. Eventi traumatici che giocheranno molto in prospettiva sia nel motivarla profondamente  ad occuparsi di bambini deprivati, emarginati, vittime di separazioni e della violenza bellica con un talento speciale ad entrare in contatto anche con i bimbi molto piccoli, ma che anche sollecitando aspetti di resilienza potentemente propulsivi sia per l’autonomia e l’amore per la libertà sia per  emergere in famiglia alla ricerca di uno spazio privilegiato che ben presto si conquista appassionandosi alla ricerca del padre.  Studio infaticabile. Cresce in conflitto con la sorella, la bella Sophie differenziandosi, e lasciando a lei la femminilità, in adolescenza è sofferente depressione, insonnia, idee ossessive che la portano a chiedere l’analisi al padre 1918-1922   e 1923-1924. “Erano molto pochi gli analisti e perché allora non scegliere il migliore?”

Entra nella società psicoanalitica di Vienna nel 1922  con una relazione autobiografica: “Fantasie di percosse e sogni ad occhi aperti

Grande vivida intelligenza curiosa già dall’adolescenza, l’ambito di studi è orientato all’educazione e all’insegnamento, recupero del predominio dell’io nella costruzione delle difese, il regalo al padre

1935 L’IO E I MECCANISMI DI DIFESA nuova visione delle difese non solo per fronteggiare pulsioni e forze dell’ES ma per proteggere l’individuo dall’angoscia in diretta relazione dalla realtà esterna, con funzione di adattamento. Nuove difese l’identificazione con l’aggressore, l’ascetismo, l’intellettualizzazione, la sublimazione.

Infine dalla biografia di Elisabeth Bruehl 2003 una citazione:

“Non credo che sarei un buon soggetto per una biografia perché nella mia vita c’è stata poca azione. Potete dire certamente di me, che ho passato la mia vita in mezzo ai bambini”

Vicissitudini dell’ Identificazione e differenziazione

Il padre la chiamava Antigone,  figlia compagna di Edipo metafora della nuova scienza,  designata da Sigmund Freud, ma quali e quante difficoltà e resistenze nella crescita per acquisire un’identità separata….

Dice Vegetti Finzi: “Non basta essere stata la preferita, e un’autorevole psicoanalista..quante difficoltà sue particolari, ma anche di ognuno di noi per identificarci con l’eredità dei padri divenendo ciò che già siamo al di là dei due poli di figli ribelli o rassegnati. Già Freud aveva espresso questo complesso lavoro di trasmissione e ne Un disturbo della memoria sull’Acropoli ci dice: “E’ come se l’essenziale del successo consistesse nel fare più strada del padre e che fosse proibito voler superare i padre