Cine-teatro Orizzonti
Milano
2002
Ricordo dal vivo di una personalità del teatro, che non sarà mai dimenticata, narrato, vissuto e presentato da Liliana Feldmann che renderà partecipe il pubblico, di dieci anni trascorsi con Ernesto Calindri sui palcoscenici di tutta Italia.
con:
Maria Gabriella Giovannlli Marco Calindri
e gli allievi della scuola di recitazione di Maria Gabriella Giovannelli:Elena Calzolari, Alessandra Corigliano, Martina Firenze, Federica Genovesi, Marina Origgi, Marika Pensa, Niccolò Piramidal, Enrico Redaelli, Priscilla Robledo, Eugenio Vaccaro, Milena Viscardi, Stefano Zicchieri
Lo spettacolo nasce dai ricordi della Sig.ra Feldmann che, sapientemente miscelati a canzoni e prosa, faranno rivivere il Grande Maestro. Se siete curiosi di conoscere il passato e l’avvenire di una vita vissuta per il Teatro, Vi aspettiamo per condividere una serata in allegria.
Alessandro Fede Pellone
Era il 10 gennaio 1999, ero presente ad una cena dopo lo spettacolo “I burosauri”, che si teneva a Vigevano. Un caro amico di Como aveva organizzato quella cena per festeggiare i 63 anni di teatro di Ernesto Calindri e contemporaneamente i 60 anni di teatro di Liliana Feldmann; per una strana coincidenza avevano debuttato entrambi in prosa sui palcoscenici nell’ anno 1929, a 17 anni di differenza uno dall’ altro.
A quella cena particolare, sentii definire il Signor Calindri come “Uno dei più grandi protagonisti del teatro Italiano di questo secolo, un vero Maestro di vita, dallo spessore quasi divino, profondo, umano, sempre disponibile”.
Avevo avuto la possibilità di riconoscergli queste doti altre volte, quando per il mio lavoro mi capitava di avere contatti con le sue tournee.
Una sera, trovandomi a Savona, andai a trovarlo in teatro: ero reduce da una rovinosa caduta e camminavo con le stampelle per cui non mi era agevole inserirmi in una platea peraltro già stracolma, così osai salire in palcoscenico per cercare di assistere alla commedia fra le quinte. La Signora Feldmann mi disse che Ernesto era severissimo e che non avrebbe voluto nessun estraneo sul palcoscenico durante la rappresentazione. Peccato! Avevo peraltro notato una sedia sistemata in modo che mi sarebbe stato facile assistere allo spettacolo senza dare noia; ma sempre la Signora Feldmann mi disse che quella sedia era stata messa lì per dare modo ad Ernesto di riposarsi qualche attimo quando non fosse stato in scena, e che gli avrebbe consentito anche di vigilare costantemente sullo svolgimento della rappresentazione. Stavo già per allontanarmi, quando il Signor Calindri mi si avvicinò, mi
chiese cosa avessi fatto per ridurmi così; poi, porgendomi quella famosa sedia, mi offrì di rimanere, inutile dire che restai.
Solo a quella cena del I 999 capii il perché di quella sedia messa fra le quinte, Ernesto era già ammalato e lo sforzo che affrontava ogni sera era per noi poveri mortali realmente sovrumano, ma Lui era fatto così, amava la vita, e ha voluto viver/a sino infondo!
Era veramente, come diceva quel suo amico, “Un vero Maestro di vita, dallo spessore quasi divino, profondo, umano, sempre disponibile! ”
Generoso Melorio